Un bollino del Fisco per sbloccare i crediti
di Giuseppe Latour e Giovanni Parente
Casa. Una certificazione potrebbe essere lo strumento che consentirà di rimettere in circolazione i bonus che non trovano un compratore
Sul superbonus e la cessione dei crediti non c’è solo la linea dura annunciata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti alla Camera. Una delle ipotesi alle quali si sta lavorando in queste ore, anticipata proprio dal responsabile di Via XX Settembre, punta infatti a salvaguardare gli esodati del superbonus, attraverso la creazione di una nuova certificazione, una sorta di “bollino blu” apposto dal Fisco per migliorare le chance di vendita dei crediti nati prima dei provvedimenti antifrodi, varati a partire da novembre del 2021.
«Sono allo studio dell’Esecutivo – ha spiegato il ministro – strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà dei crediti ancora in possesso di cittadini e imprese e sorti nel periodo antecedente l’introduzione dei vincoli di appropriatezza. Tale circostanza dovrebbe contribuire a rimuovere gli ostacoli frapposti alla loro cessione». Il problema che questo nuovo correttivo vorrebbe risolvere è legato alla scarsa commerciabilità dei crediti fiscali formatisi prima delle strette assestate, nei mesi, dagli ultimi Governi. L’esempio classico è quello dei bonus facciate comunicati tra il 2020 e il 2021: tra scarsi controlli e un alto tasso di truffe, sono crediti che oggi nessuno vuole più acquistare.
Per rimetterli in circolazione, l’idea è che agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza possano svolgere in maniera preventiva una serie di controlli che, normalmente, farebbero dopo la cessione. In questo modo, i bonus risulterebbero “bollinati” dal Fisco e i potenziali acquirenti sarebbero più tranquilli sui rischi collegati al loro utilizzo. Il meccanismo, su cui si sta ragionando, è tutto da costruire ma ruoterebbe attorno a una serie di verifiche documentali.
Proprio su questo punto è aperta una riflessione. Il Dl 11/2023 contiene, infatti, un elenco di documenti che esonerano il compratore dalla responsabilità in fase di acquisto dei crediti. Quell’elenco è un riferimento per i documenti che il Fisco potrebbe verificare; per i potenziali acquirenti, però, rischia di essere troppo scarno. Il motivo è che in quella lista, per alcuni, mancano elementi per controllare in modo incontrovertibile l’effettiva realizzazione dei lavori, come foto e video degli interventi.
Si arriva, così, a un secondo problema: la certificazione si scontra con il limite dei possibili riflessi penali delle cessioni. È possibile, in teoria, che un credito certificato, sulla base di documenti falsi, sia poi oggetto di sequestro. In questo caso il bollino non proteggerebbe al 100% chi compra.
Funzionale a questo progetto potrebbe risultare una norma già approvata con il decreto Asset di metà agosto: è quella che obbliga i titolari di crediti fiscali non più utilizzabili a comunicarlo alle Entrate, pena una sanzione da 100 euro. I dati raccolti con queste comunicazioni potrebbero servire ad avere un quadro completo sui crediti da certificare.
Proprio nella conversione del decreto Asset, tra gli emendamenti depositati, ce ne sono due di Forza Italia: uno che propone un rinvio di tre mesi per le villette, e un secondo, con primo firmatario Adriano Paroli, che propone una proroga di sei mesi per il superbonus condominiale, a condizione che al 31 dicembre di quest’anno sia raggiunto almeno il 30% di avanzamento dei lavori. «Siamo d’accordo sul voltare pagina rispetto al vecchio superbonus – spiega la responsabile lavori pubblici di Forza Italia Erica Mazzetti – ma prima vogliamo che sia risolto il problema dando l’opportunità di sblocco immediato dei crediti incagliati, portando a conclusione le opere con Cilas depositata entro fine 2022». Una proposta «responsabile» secondo Francesco Cannizzaro, vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera. E che va nel solco delle richieste avanzate dall’Ance.